lunedì 31 ottobre 2011

Mille splendidi soli


«Ho dovuto legarla a un palo e costruire un recinto» disse Tariq. «Per via dei
lupi. Vicino alle colline dove vivo ci sono dei boschi, a una distanza di circa mezzo
chilometro, soprattutto pini, qualche abete, qualche deodara. In genere non escono
dai boschi, i lupi, voglio dire, ma il belato di una capra girovaga li attirerebbe. Ecco
perché il recinto e il palo.»
Laila gli chiese di quali colline parlasse.
«Pir Panjal. Pakistan. Il posto dove abito si chiama Murri, è un luogo di
villeggiatura estiva, a un’ora da Islamabad. È una zona collinare e molto verde, con
moltissimi alberi, a una certa altitudine. Così d’estate fa fresco. Ideale per i turisti.»
I britannici l’avevano costruita come stazione climatica, vicino al loro quartiere
generale a Rawalpindi, perché i vittoriani potessero fuggire la calura estiva. Si
vedevano ancora alcune vestigia dell’era coloniale, qualche sala da tè, delle casette
con il tetto di lamiera chiamate cottage, cose così. La città in sé era piccola, ma
gradevole. La strada principale si chiamava The Mall, e lì c’erano l’ufficio postale, il
bazar, alcuni ristoranti, negozi che facevano pagare ai turisti prezzi esorbitanti

Ulse da Baghdad