sabato 19 settembre 2009

Dino Buzzati- La famosa invasione degli orsi in Sicilia


Sulle antiche mntagne della Sicilia, nel tempo dei tempi, due cacciatori catturarono l'orsacchiotto Tonio, figlio del re degli orsi Leonzio. Ma questo succede alcuni anni prima che cominci la nostra storia

Da principio vedremo le maestose montagne della Sicilia, [...] Poi si scenderà nela valle verdeggiante, con borgate, fiumicelli, boschi pieni di uccelletti e casette sparse qua e là: un paesaggio bellissimo.. Ma ai fianchi della valle si innalzano sempre i monti, meno alti e dirupati di quelli visti in principio, però anch'essi pieni di insidie: per esempio castelli stregati, grotte con draghi velenosi, altri castelli dove abitano gli orchi e cosi via. C'è insomma da stare sempre attenti, specialmente di notte.

A poco a poco ci si avvicinerà quindi alla favolosa capitale della Sicilia... La fortezza principale si chiama Castello del Cormorano.

Dunque ascoltiamo senza bater ciglia
la famosa invasione degli orsi in Sicilia

La Roca Demona dove abitavano gli spiriti
Sorgeva triste tciturno e cupo
il detto castello suddetto su un dirupo
e, fosse superstizione od ignoranza,
godeva di nefasta rinomanza
Si diceva che a dormir tra quelle mura
al matino si era morti di paura.
Fantasmi, larve, spiriti, spettri, aparizioni
di notte a battaglioni

"Toh, guarda i lenzuoli che ballano da soli" Esclamò un orsacchiotto E tu bel fazzolettino perchè giri a quel modo
Un vecchissimo spetro, portando al colmo la gioia, andò a scovare nelle cantine del castello, fra mucchi di scheletri, ragni e topi grandissimi, un'antica botticella di vino che nepure il Granduca ne possiedeva uguali

Castello di Tramontano dove abita l'orco Troll e il Gatto Mammone
All'imbocco della valle l'orco aveva messo falsi cartelli indicatori con sopra scritto .. oppure " Caccia proibita!" e i cacciatori immediatamente voltavano proprio da quella parte
L'orco dunque dormiva. Aveva appena finito di trangugiare un appetitoso fanciulletto di nome Beppino di Malinverni, alunno della terza elementare, che quel mattino aveva bigiato la scuola

La capitale: Il Castello di Cormorano
Ma gli orsi venivano avanti per la strada della valle, cantando le loro rozze canzoni, e pensavano che le bataglie erano ormai finite. Le porte di quella grande città- si immaginavano- sarebbero state loro aperte, il popolo sarebbe venuto incontro portando focacce e vasi pieni di miele.


Il Granduca poteva prenderselo con Leonzio suo diretto avversario, No, la sua cattiveria è molto peggiore di quanto communemente si immagina: ha preferito ammazzargli il figlio.

"vecchio come le capane del Duomo"

La nostalgia delle montagne
"Non erano forse più belli - si domanda in segreto- i tempi passati lassù, nella solitudine delle rupi?
Allora, solo bacche di ginepro;
per dormire , qualche frasca di pino
per bere, il muso alla fone.
Oggi, bere in cope di vetro
mangiare paté di bisonte
dormire sotto il baldachino.
Oh come si stava male allora
e adesso invece come si è contenti!
Che peccato però che non sia ancora
come una volta: con bufere e venti
e gelo e sassi e spine e cielo nero
ma col cuore leggero!"


...gli orsi cambiavano a vista d'occhio. Una volta modesti, semplici, pazienti, bonaccioni; ora superbi, ambiziosi, pieni di invidie e di capricci. Non per niente sono vissuti tredici anni in mezzo agli uomini.
Specialmente dispiaceva al Re, che invece di accontentarsi come una volta della loro bella pelliccia, ora la maggior parte delle sue bestie indossavano vestiti, uniformi e mantelli copiati dagli uomini, credendo di essere eleganti; e non si accorgevano di coprirsi di ridicolo. A costo di crepar di caldo, se ne vedeva in giro perfino con dei grossi tabarri di pelliccia, tanto per far sapere al mondo intero che i soldi non gli mancavano.

Cittadini!..Chi ha rubato alzi la mano!"

E arrivato un'immenso serpente di mare, raccontano, che ha tirato fuori dalle onde il duo cllo smisurato verso la riva e ha già ingoiato tre case e una chiesetta, compresi il parocco e il sagrestano.

"Tornate alle montagne" disse lentamente Leonzio. "Lasciate questa città dove avete trovato la richezza, ma non la pace d'animo. Toglietevi di dosso quesi ridicoli vestiti. Buttate via l'oro. Gettate i cannoni, i fucili e tutte le altre diavolerie che gli uomini vi hanno insegnato. Tornate quelli che eravate prima. Come si viveva felici in quelle erme spelonche aperte ai venti, altro che in questi malinconici palazzi pieni di scarafaggi e di polvere! I funghi delle foreste e il mele selvatico vi parrano ancora il cibo più squisito. Oh, bevete ancora l'acqua pura dele sorgenti, non il vino che rovina la salute. Sarà triste staccarvi da tante belle cose, lo so , ma dopo vi sentirete più contenti, e diventerete anche più belli

I orsi se ne vanno, i orsachiotti prendono addio dai bambini

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