venerdì 25 settembre 2009

Castelli in Albania


La leggenda del castello di Rosafat

http://www.albacenter.it/albart/italian/libri/kuteli2.htm


Kruja

fu l'antica capitale dell'Albania. Ismail Kadaré in I tamburi della pioggia racconta una delle battaglie antiottomane dei albanesi, l'epopea di Giorgio Castariota chiamato Skanderebeg
"La sera del 4 novembre 1443 nella piana di Nis era una sanguinosa battaglia tra ottomani e europei. Il generale Skanderebeg accompagnato dalla sua guardia personale lasciò il campo di battaglia e parti verso l'lbania munito di un falso firmano in nome del'Imperatore
Giorgio Castariota era il figli del principe albanese Giovanni Castariota, e fu a solo 9 anni preso in ostaggio dall'imperatore per essere educato alla corte ottomana. A 22 anni era già generale
Dopo una marcia di 3 giorni e tre notti Scanderbeg arriva dinanzi ai bastioni della cittadella di Kruja , l'qantica capitale dell'Albania occupata. Mostrando il falso firmano si fa consegnare la cittadella. E appena uscita la vecchia guarnigione ordina di calare dalle torri l'emblema turco con la stella e la mezzaluna per issarvi l'antica bandiera albanese con l'aquila bicipite nera. Erza ol 28 novembre 1443.
"La libertà non sono stato io a portarvela: l'ho trovata fra voi"
Castriota proclamò la ribelione contro il sultano, la piccolissima Albnia contro la superpotenza ottomsana. La lotta durò 25 anni. Ogni primavera le truppe turche marciavano sull'Albania e in autunno, dopo essere state tenute in acacco, erano costrete a batere la rititrata E fu cosi per un quarto di secolo. Ma il 17 gennaio 1467 scanderebeg mori, i albanesi resistettero per alri 11 anni

"Ci aveva pensato sopratutto quando il suo esercito ha penetrato il paese dei scipetari e gli sono apparse per prima volte quelle paurose montagne...Gli fcevano tornare a mente uno di quegli incubi angosciosi che ti opprimono senza che il risveglio venga a liberartene
Eano, diceva, alte montagne che neppure i corvi potevano sorvolare: solo il diavolo riusciva a stento a scalarle, vi si laceravano gli opinga del demonio, e delle galline dovevano, per corrervi, farsi ferrare le zampe

Nessun commento:

Posta un commento